Pace fiscale: ecco le ultime novità contenute nel testo della bozza del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019. Ecco quanto bisognerà pagare per chiudere le liti fiscali pendenti.

La pace fiscale prende forma grazie alle ultime novità contenute nella bozza del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019. Accanto alla rottamazione delle cartelle, la pace fiscale prevede la possibilità di chiusura delle liti pendenti aventi come controparte l’Agenzia delle Entrate.

La definizione agevolata riguarderà le liti fiscali in cui il ricorso di primo gradoè stato notificato alla controparte entro il 30 settembre 2018 e per le quali, alla data di presentazione della domanda di pace fiscale, il processo non si sia ancora concluso con pronuncia definitiva.

In base alle ultime novità sulla pace fiscale, la definizione agevolata delle liti tributarie prevede che il contribuente chiamato in causa paghi l’importo contestato, con uno sconto di metà o di un terzo del debito nel caso di soccombenza dell’Agenzia delle Entrate in primo e secondo grado di giudizio.

Accanto alla pace fiscale è previsto inoltre l’avvio della terza rottamazione delle cartelle che tra i vantaggi prevede la possibilità di pagare i debiti fino a cinque anni e con l’applicazione di tassi di interesse ridotti. Ulteriori novità potranno quindi derivare dalla definizione della possibilità di presentazione di una dichiarazione integrativa con ravvedimento più vantaggioso, capitolo attualmente lasciato in bianco dalla bozza di testo del decreto fiscale 2019.

Pace fiscale: ultime novità nella bozza del decreto fiscale

Il capitolo della pace fiscale è tutt’altro che definito ma nella bozza del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019 sono contenute le ultime novità sulla procedura di conciliazione con il fisco.

Accanto alla rottamazione ter delle cartelle è prevista la possibilità di definizione agevolata delle controversie tributarie. Sarà la chiusura delle liti fiscali pendenti una delle misure della pace fiscale e a beneficiarne saranno i contribuenti con controversie in cui il ricorso di primo grado è stato notificato entro il 30 settembre 2018 e per le quali alla data della presentazione della domanda il processo non si sia concluso con pronuncia definitiva.

Secondo quanto disposto dal decreto fiscale 2019, le controversie attribuite alla giurisdizione tributaria in cui è parte l’Agenzia delle Entrate e aventi ad oggetto atti impositivi, pendenti in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in cassazione e anche a seguito di rinvio, possono essere definite, a domanda del soggetto che ha proposto l’atto introduttivo del giudizio o di chi vi è subentrato o ne ha la legittimazione, con il pagamento di un importo pari al valore della controversia. La pace fiscale per le liti tributarie sarà ancor più vantaggiosa nel caso in cui nelle Commissioni Tributarie di primo e di secondo grado a perdere sia stata l’Agenzia delle Entrate.

In tal caso, le controversie potranno essere definite con il pagamento dell’importo ridotto:

  • della metà del valore in caso di soccombenza nella pronuncia di primo grado;
  • di un terzo del valore in caso di soccombenza nella pronuncia di secondo grado.

Per le controversie aventi ad oggetto esclusivamente sanzioni non collegate al tributo e interessi di mora si dovrà pagare il 15% del valore della controversia nel caso in cui nell’ultima o unica pronuncia delle Commissioni sul merito o sull’ammissibilità all’atto introduttivo del giudizio a soccombere sia l’Agenzia delle Entrate. Negli altri casi, l’importo dovuto sarà invece pari al 40%.

Pace fiscale 2019: controversie tributarie ammesse alla definizione agevolata

A poter beneficiare della definizione agevolata prevista dall’attuale disegno di pace fiscale saranno le controversie tributarie il cui ricorso in primo grado è stato notificato entro il 30 settembre 2018 e non ancora concluse con pronuncia definitiva.

Al contrario, resteranno escluse dalla pace fiscale le controversie che riguardano:

  • le risorse proprie tradizionali previste dall’articolo 2, paragrafo 1, lettera a), delle decisioni 2007/436/CE, Euratom del Consiglio, del 7 giugno 2007, e 2014/335/UE, Euratom del Consiglio, del 26 maggio 2014, e l’imposta sul valore aggiunto riscossa all’importazione;
  • le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato ai sensi dell’articolo 16 del regolamento (UE) 2015/1589 del Consiglio, del 13 luglio 2015.

Pagamento in cinque rate trimestrali, domanda entro il 16 maggio 2019

Le somme dovute a seguito dell’adesione alla pace fiscale delle liti tributarie potranno essere pagate in un numero massimo di cinque rati trimestrali. La rateizzazione dell’importo dovuto è esclusa qualora la somma non superi i 2.000 euro.

Il pagamento della prima o unica rata dovrà essere effettuato entro la stessa scadenza prevista per la presentazione della domanda, ovvero il 16 maggio 2019 e sulle rate successive, che dovranno essere pagate entro l’ultimo giorno del trimestre di scadenza, si applicheranno gli interessi legali calcolati dal 17 maggio alla data del versamento. Il processo relativo alla controversia ammessa alla pace fiscale sarà sospeso fino al 31 dicembre 2019 previa presentazione al giudice di apposita dichiarazione di voler aderire alla definizione agevolata corredata dal bollettino di versamento dell’importo dovuto ovvero della prima rata.

Pace fiscale, ultime novità: Salvini promette il “condono” sulle imposte

La definizione agevolata delle liti tributarie e la nuova rottamazione delle cartelle sono quantomai distanti dal progetto iniziale di pace fiscale che aveva promesso la Lega e che aveva fatto parlare dell’avvio di un nuovo maxi-condono delle cartelle. Il testo del decreto legge fiscale, attualmente ancora in bozza, potrebbe essere nuovamente modificato e a promettere che la pace fiscale consentirà anche di pagare in misura ridotta le maggiori imposte contestate dal Fisco è il Ministro dell’Interno e Leader della Lega Matteo Salvini.

Bisognerà quindi attendere ancora per capire in via definitiva come sarà la pace fiscale e quali gli importi da pagare per chiudere i conti con l’Erario.

In attesa delle prossime puntate accontentiamoci di alcune soluzioni ed ipotesi di “pace fiscale” per pensare come essere “eventuali pacifisti fiscali”.

Grazie dell’attenzione

Cordialmente

Massimo Gazzani

 

Condividi
Share