Negli ultimi giorni l’inchiesta Prisma della procura di Torino è balzata agli onori delle cronache sportive, e all’improvviso i tifosi di calcio si sono ritrovati in un mondo di bilanci, contabilità e plusvalenze gonfiate. Materie che erano sempre trattate nei bilanci delle imprese e nei nostri Studi per operazioni di dismissione dei cespiti e piani di investimenti, e che lo Studio Gazzani cerca di spiegarle, prendendo spunto da quanto apparso nella stampa anche economica.
Contabilmente la plusvalenza è determinata dalla differenza tra il corrispettivo, al netto degli oneri accessori di diretta imputazione, e il costo non ammortizzato. E sono tassabili se derivano da cessione a titolo oneroso, risarcimento anche in forma assicurativa per la perdita o il danneggiamento dei beni, assegnazione ai soci e destinazione a finalità estranee all’esercizio dell’impresa.
Ma perché i club sportivi hanno fatto queste operazioni contabili? Semplicemente perché con le regole in vigore la società di calcio cedente (il calciatore) inserisce il ricavo generato da plusvalenza tutto in un anno, mentre la società acquirente può spalmare il costo in cinque anni, aumenta i propri costi (inserendo il costo per l’ammortamento), ma senza peggiorare la situazione monetaria. Sono – pertanto – operazioni che generano effetti solamente di carattere economico, senza alcun riflesso sul piano finanziario perché in caso di dilazioni nei pagamenti le operazioni di scambio non impattano sulla liquidità.
Questo meccanismo ripetuto fa sì quindi che il maggior ricavo di un club si scontri con i maggiori costi dell’altro, creando così un disallineamento tra aspetto economico (quindi costi e ricavi) e aspetto finanziario (entrate e uscite di cassa), e costituendo una ragnatela di operazioni nella quale sono coinvolte più squadre.
Operazioni che non sono possibili nel mondo dell’industria, dell’artigianato, nel commercio, terziario e agricoltura, dove obiettivo primario è la crescita economica e finanziaria, e la valorizzazione del patrimonio aziendale, ma nel calcio questo è (era) reso possibile.
Questa è economica non circolare, chiusa al mondo del calcio.
Massimo Gazzani - author
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